Sondaggio III trimestre 2019

I principali risultati

Secondo i risultati dell’indagine sul mercato delle abitazioni condotta dal 14 ottobre al 18 novembre 2019 presso 1.117 agenzie, nel terzo trimestre si registra un calo delle quotazioni degli immobili. Il margine di sconto rispetto alle richieste iniziali del venditore è aumentato; il divario fra prezzi offerti e domandati continua a essere il motivo principale della cessazione degli incarichi a vendere. Anche i tempi di vendita si sono allungati, soprattutto nelle aree non urbane. Emergono segnali di rallentamento del mercato.

 

Periodo di riferimento: 3° trimestre 2019 – Indagine sul mercato delle abitazioni in Italia

Nel terzo trimestre la quota di operatori che segnalano prezzi stabili è diminuita, pur rimanendo maggioritaria; il saldo negativo fra i giudizi di aumento e di riduzione delle quotazioni immobiliari si è ampliato (-26,6, da -13,5 nel secondo trimestre), a causa di una più alta percentuale di agenzie che indicano quotazioni in calo. 

È rimasta pressoché stabile, poco al di sotto dell’80%, la percentuale di operatori che hanno venduto almeno un immobile; le giacenze di abitazioni invendute nelle aree non urbane sono invece aumentate.  

Lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore si è riportato sui valori di due anni fa, al 12,6 per cento (dal 9,8 della scorsa rilevazione;), riflettendo l’incremento della quota di operatori che segnalano uno sconto compreso fra il 20 e il 30 per cento. I tempi medi di vendita sono aumentati a 7,5 mesi (da 6,3;) con una crescita più marcata nelle aree non urbane. 

La quota di acquisti finanziati attraverso mutuo ipotecario è scesa su valori simili a quelli registrati all’inizio del 2016, al 73,6 per cento (da 79,6); è invece aumentato di due punti percentuali il rapporto fra il prestito e il valore dell’immobile (76,2 per cento;). 

La percentuale di operatori che hanno dichiarato di aver locato almeno un immobile nel terzo trimestre è rimasta su livelli elevati (all’83,3 per cento;). Il saldo fra giudizi di aumento e di riduzione dei canoni di locazione è tornato lievemente negativo (-1,3, da 2,8 nella precedente rilevazione; tavola), riflettendo un miglioramento per le aree urbane a fronte di valutazioni più pessimiste per le altre; tali tendenze si confermerebbero anche in autunno. La quota di agenzie che segnalano una riduzione nel numero di nuovi incarichi a locare è salita al 36,7 per cento: il peggioramento è diffuso a tutte le aree geografiche. Al contempo è aumentato il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore (3,8 per cento, da 2,3). 

Il saldo fra aspettative favorevoli e sfavorevoli delle agenzie sulle condizioni del proprio mercato di riferimento è diminuito, pur migliorando nelle aree urbane. Le attese sui nuovi incarichi nel trimestre autunnale sono invece peggiorate in modo diffuso: il saldo negativo fra le agenzie che si attendono un aumento dei nuovi mandati e coloro che si aspettano una riduzione si è ampliato (-5,9, da -1,2;). Inoltre per lo stesso periodo sono diminuite le attese di stabilità dei prezzi a fronte di un incremento più marcato della quota di agenzie che se ne attende un calo. 

La quota di agenzie che si attendono una situazione invariata del mercato immobiliare nazionale nel trimestre in corso rimane largamente maggioritaria (superiore al 70 per cento); tuttavia il saldo fra aspettative di miglioramento e peggioramento è tornato negativo in tutte le aree geografiche (-12,3 per cento a livello nazionale, da 1,8; tavola e fig. 4). Su un orizzonte di medio termine (2 anni), le attese delle agenzie sono più polarizzate rispetto alla rilevazione precedente: solo il 40 per cento di esse (era il 62 nella scorsa indagine) si attende che il mercato rimarrà stabile, mentre la quota che ne prefigura un miglioramento è rimasta all’incirca pari a un terzo.

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